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Descrizione

Comune collinare di origine medievale, nella cui economia le tradizionali attività agricole sono state affiancate da alcune iniziative nel settore industriale. I poggiocatinari, che presentano un elevato indice di vecchiaia, fanno registrare un buon grado di dispersione: si distribuiscono infatti in un elevato numero di case sparse sui fondi, in alcuni piccoli aggregati urbani (Galantina e Lottizzazione) e nella località di Catino, più antica della capoluogo comunale e situata più in basso rispetto ad esso, ai piedi di un dirupo. Il territorio comunale abbraccia i contrafforti collinari del monte Pizzuto, dolcemente degradanti in direzione della piatta valle del fiume Tevere. La zona, estranea al turismo di massa e ancora sufficientemente integra, è caratterizzata da una rigogliosa e variegata copertura boschiva: macchia mediterranea, lecci e rari pini d’Aleppo si mescolano a specie vegetali tipiche della collina e della montagna, come ornielli, carpini, aceri, cerri e, alle quote più elevate, faggi. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre azzurra a due palchi, merlata “alla guelfa” e accompagnata da due rose rosse.

Storia

Venne fondata intorno alla metà del X secolo dagli abitanti dell’insediamento di Catino, che, con il permesso dell’abate di Farfa, cui erano soggetti, edificarono un nuovo borgo fortificato per resistere alle incursioni dei briganti. Nel XII secolo entrò a far parte dei possedimenti della famiglia romana dei Sant’Eustachio, per passare nel 1476 alla Camera Apostolica. Venne poi venduta agli Orsini e successivamente pervenne ai Savelli e ai Capizucchi; nel 1596, durante la signoria di questi ultimi, fu eretta a marchesato e nel 1614 fu acquistata dagli Olgiati di Como, ai quali rimase fino alla soppressione dei diritti feudali, attraversando un periodo di grande benessere. Il toponimo è formato da “poggio” e “catino”, traslato geomorfico del latino CATINUM, assai diffuso nel Lazio per indicare una cavità carsica. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico figurano, tra l’altro, il palazzo baronale degli Olgiati, edificato su un preesistente castello, e la parrocchiale di San Nicola di Bari, con facciata settecentesca e, all’interno, un’originale acquasantiera ricavata da un’urna cineraria romana; pregevoli tele settecentesche si trovano nella chiesa di Sant’Antonio, di antica origine ma rimaneggiata durante il XVIII secolo. Anche la località di Catino, fondata in epoca longobarda, conserva interessanti testimonianze del passato, come la torre che la sovrasta e le chiese di Sant’Agostino e di Sant’Eustachio. Nel territorio comunale si trovano inoltre rovine romane, comunemente chiamate terme di Silla.

Economia

La produzione di cereali, legumi, olive e uva rimane la principale voce dell’economia locale ma di recente si sono affermate anche realtà imprenditoriali di un certo rilievo, in particolare nel comparto industriale dei materiali da costruzione; sono presenti inoltre alcune imprese artigianali attive nei comparti alimentare, metallurgico, edile e del legno. Piuttosto basso è il livello di sviluppo raggiunto dal terziario: la rete distributiva è appena commisurata alle basilari esigenze dei poggiocatinari e il comparto dei servizi non include né il credito né le assicurazioni. Il comune è dotato degli ordinari uffici municipali e postali, delle scuole di ordine primario, di una biblioteca comunale e della farmacia; discretamente sviluppato è l’apparato ricettivo.

Relazioni

L’ambiente naturale ancora incontaminato e ricco di verde, l’aria salubre che vi si respira e la calma che vi regna la rendono una tranquilla stazione climatica, frequentata soprattutto nel periodo estivo. La vicinanza delle due vette più elevate della catena sabina, i monti Pizzuto e Tancia, richiama inoltre un gran numero di escursionisti; dalla cima del monte Pizzuto, in particolare, si gode di una magnifica vista sulla valle del fiume Tevere, sull’ameno paesaggio collinare della Sabina, sulla conca di Rieti e sulle vette maestose del Terminillo, del Gran Sasso e del Velino. La festa del Patrono San Silvestro si celebra il 31 dicembre: il culmine dei festeggiamenti è rappresentato da una solenne processione fino alla chiesa a lui dedicata, situata fuori dell’abitato; accanto all’edificio si trova una grotta, nella quale, secondo la leggenda, viveva uno spaventoso drago, messo in fuga dal Santo, che discese 365 gradini per raggiungerlo. Ha dato i natali al monaco Gregorio da Catino, che tra l’XI e il XII secolo redasse il Regesto farfense, opera di straordinario valore per la storia alto-medievale europea.

Località

Catino, Galantina

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Poggio Catino rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 1.341
  • Lat 42° 17' 42,43'' 42.29511944
  • Long 12° 41' 29,61'' 12.69155833
  • CAP 02040
  • Prefisso 0765
  • Codice ISTAT 057052
  • Codice Catasto G757
  • Altitudine slm 387 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 1/11 al 15/04 per 12 ore/giorno
    D/2069
  • Superficie 15 Km2
  • Densità 89,40 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2B
  • Alba 04:51
  • Tramonto 19:19
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